LEGGETE PER CORTESIA.

Oggi 27 OTTOBRE 2025 sono entrato in una grande chiesa di Vicenza, in silenzio, come si entra quando l’aria profuma di attesa e di memoria. Il 2 novembre si avvicina, e le panche custodiscono già i pensieri dei fedeli che verranno a ricordare i propri cari. Cammino piano, osservando i giochi di luce sui marmi, quando vedo il sacerdote avvicinarsi all’altare. Tiene un libro sotto il braccio, è mio libro: "Vicenza in Guerra"

Per un istante rimango immobile, colpito da un’emozione difficile da descrivere. Mi avvicino con un sorriso incerto e gli dico che quell’opera, quella raccolta di nomi e storie, porta la mia firma. Il sacerdote mi guarda, stupito, e poi si illumina. Mi stringe la mano con calore, iniziando a lodare il lavoro, la dedizione, la cura della memoria che traspare da ogni pagina.

Mi racconta con enfasi che ha impiegato due mesi per ricavare l’elenco completo dei parrocchiani morti durante il conflitto bellico del 1940-1945, aveva cercato negli archivi parrocchiali, nelle vecchie carte ingiallite, nelle testimonianze di chi ancora ricorda: pochi dati utili. Altri tre mesi sono serviti per recuperare i nomi dei caduti nel bombardamento del novembre 1944, quando Vicenza tremò e molte vite furono spezzate per sempre. E aggiunge, con un pizzico di sarcasmo, che il libro l’ha dovuto comperare in libreria: da mesi, dice, circola la voce che esista un volume capace di restituire nome e luogo di nascita ai caduti vicentini, e molti altri sacerdoti lo stanno utilizzando nelle ricorrenze.

Un brivido mi attraversa. Rimango basito, felice, profondamente toccato. Penso che la mia opera stia davvero iniziando a dare i suoi frutti: ridare un nome a chi l’ha perso è il primo passo per non essere dimenticati. Ricordare i caduti non è solo un gesto storico. È un gesto d’amore. È restituire vita alla memoria. È dire, con forza: noi non vi dimentichiamo. Grazie a tutti quelli che mi stanno aiutando!